Vino spumante di qualità
Allevamento: pergola.
Raccolta: settembre.
Vinificazione: rapida pressatura delle uve e avvio della fermentazione alcolica a temperatura controllata. Rapida chiusura fermentativa ed immediato reinoculo per la presa di spuma.
Affinamento: è un metodo Martinotti con una rifermentazione in autoclave e un affinamento minimo di 6 mesi.
Imbottigliamento: deve avere una sovrappressione non inferiore a 3,5 bar. Con macchina isobarica e tappatura con tappo tecnico microgranulo di sughero 100%. Gabbiette Icas.
Alcol: 12-13%Vol
Acidità totale: 6/6,5g/L
pH: 3.2/3,3
Tenuta delle bottiglia negli anni: 1-2 anni.
Serra Blu

Caratteristiche in degustazione
Colore: giallo molto scarico con riflessi verdognoli.
Olfatto: Agrumi, pera, frutto della passione, note fermentative con leggera crosta di pane.
Gusto: acido in correttezza, minerale, decisamente fresco. Spuma intensa e prolungata, cremoso.
Abbinamenti: Ideale per aperitivi e antipasti. Ottimo con primi di pesce o risotti bianchi. Ideale con pesce d’acqua dolce o di mare. Curioso con la pizza.

Caratteristiche in degustazione
Colore: giallo molto scarico con riflessi verdognoli.
Olfatto: Agrumi, pera, frutto della passione, note fermentative con leggera crosta di pane.
Gusto: acido in correttezza, minerale, decisamente fresco. Spuma intensa e prolungata, cremoso.
Abbinamenti: Ideale per aperitivi e antipasti. Ottimo con primi di pesce o risotti bianchi. Ideale con pesce d’acqua dolce o di mare. Curioso con la pizza.
Il metodo Martinotti
Chi era Federico Martinotti? Enologo piemontese, inventore del metodo di spumantizazione in grandi contenitori, Federico Martinotti era un piemontese di vecchio stampo, di onestà scrupolosa, contribuì efficacemente al progresso del enologia italiana; svolgendo numerose sperimentazioni in tutti i campi di essa. Laureato in chimica e farmacia nel 1887 all’Università di Torino, Assistente prima e Vicedirettore poi della Stazione Agraria di Torino, Fu nominato nel 1900 a seguito di concorso Direttore della Reale Stazione di Enologia di Asti. Le sue idee e sperimentazioni spaziarono nell’ambito di tutta la tecnologia connessa all’enologia e alla viticoltura.
Il metodo prevede una seconda fermentazione del vino in grandi contenitori pressurizzati, chiamati autoclavi. Ciò permette di ottenere vini con caratteristiche note fruttate ed ha trovato larga diffusione, in quanto più idoneo alla produzione di “bollicine” utilizzando diversi vitigni. Infatti la lunga sosta su lievito, tipica del metodo classico, nuocerebbe all’espressione del profumo dei vini derivati dai vitigni. Il metodo Martinotti ottiene colori più tenui, paglierini con vene verdoline, sapori più freschi e meno strutturati, profumi fruttati, a tratti esotici.